TECHE (PROTOTIPI/PROTOTYPES) 2019   

 Nel 2019 nascono i “Prototipi”, teche che visualizzano criticamente la perdita della natura nella contemporanea trasformazione in NATURA ARTIFICIALE, che vorrebbe sostituire quella fertile naturale e, come sirene seducenti e ammalianti, prototipi di nuove modalità riproduttive, nell’intimo intreccio dell’Attrazione che esercita la forza universale dello sguardo. Realizzate con bacchette di vetro di Murano, su supporto in plexiglas, le Teche sono realizzate con un vero progetto costruttivo “architettonico” e vengono sentite e pensate con uno sguardo verso il progetto del futuro.

In definitiva “io sono le mie immagini, le mie Opere” / ”Tutti siamo le nostre Opere, in qualunque campo nascano”.

Esposta al (Exhibited at) MacroAsilo Giugno 2019 - https://youtu.be/5LGUGBLRsB0

Le singole teche sono costituite con pannelli cm. 50x70x5 e supporti in plexiglas e bacchette in vetro di Murano.
The individual display cases are made up of panels cm. 50x70x5 and plexiglas supports and Murano glass rods.

In  2019 the "Prototypes" were born, display cases that they critically visualize the loss of nature in the contemporary transformation into ARTIFICIAL NATURE, which would like to replace the fertile one natural and, like seductive and bewitching sirens, prototypes of new modalities reproductive, in the intimate intertwining of Attraction that exerts force universal of the gaze. Made with Murano glass rods, on Plexiglas support, the Teche are made with a real project constructive "architectural" and are felt and thought with a look towards the project of the future.

Ultimately “I am my images, mine Works ”/” We are all our Works, in whatever field they are born ”.

ACRILICI ed OLII

Acrilici. Eseguiti su quarzo plastico steso su pannellatura in legno o tela e acrilici su tela

Acrylics. Performed on plastic quartz on wooden or canvas paneling and acrylics on canvas

Olii su tela. Oils on canvas

PROIEZIONI  (SERIE MOVIMENTI)
7° Movimento, acrilico su tela
cm. 100x150, 1989 


PROIEZIONI (SERIE MOVIMENTI)

8° Movimento, acrilico su tela
cm. 95x145, 1989

SPECCHIO 

Olio su tela cm.100x150, 1991

Testi Critici sul catalogo

Nel 1989 nasce il desiderio di rinnovare la modalità di stendere il colore che fino ad allora lo avevo fatto previa mano di quarzo plastico o su tela o su legno, per andare oltre la similitudine con le superfici murarie che mi avevano attratto molto per le potenzialità dimensionali ed espressive.

Voglio ritornare alla pennellata, ma anche a una iconografia diversa dal figurativo (serie precedenti, anche se lavorato in modo inconsueto). Il momento era in crescita ed espansione nei sentimenti e nelle aspirazioni. Volli concentrare l’attenzione su una dimensione geometrica, a dare risalto e presenza alle direttrici che volevo intraprendere, in un quadro di aperture: La dimensione delle quinte teatrali si pose subito al centro, e partii con una serie impostata in questa maniera. uno spazio che si svela nei suoi intrecci tra due piani che si aprono.

Insieme alle linee – che avevano corpo – sentii fluttuare numerosi intrecci, come per il sentire e il vivere, ma in una dimensione di luminosità. Un intreccio di assi e piani diversamente orientati come le strade che formalmente e interiormente incontriamo nella vita.  La scelta quindi fu di orientarmi verso una dominante gialla – nello specifico usavo l’Hansa Yellow light – che corrispondeva perfettamente alle emozioni luminose che rappresentavo.

Nell’Opera in oggetto (PROIEZIONI) le quinte sono più strette rispetto alle tele precedenti – qualche volta ne ho fatto a meno – e il colore verde segna una separazione visiva oltre che di fatto. Immagino che potrei stare lì, uscire, districarmi, muovermi o rientrare… per preparare scene successive… Come anche potrebbe fare un qualunque spettatore davanti alla tela.

Questa tela la esposi in una personale a Palazzo Valentini, nel dicembre 1989, quando si poteva ancora esporre negli stupendi antichi sotterranei. Il catalogo riporta i commenti del critico d’arte Dario Micacchi e del giornalista Alfio Borghese. Ne riporto gli stralci:

Stralcio di Dario Micacchi

“Giuseppe Scelfo, nel dipingere, parte da un’idea che è un pensiero dominante, liricamente ossessivo e che possiede la sua immaginazione finché non ne ha esaurite tutte le possibilità costruttive significanti.

Può essere figurativo come nel ciclo con le “Cariatidi” (FRAMMENTI) o in quello di Antigone; o astratto neocostruttivista come quello ultimo dei Movimenti.

All’inizio degli anni Ottanta il colore è dato con effetto di pittura murale. La materia è acrilica su quarzo plastico; materia che dura fino ai dipinti più recenti quando entra l’olio che rende la luminosità dell’immagine e dei particolari più dolcemente fusa, più radiante e più magica per lo smussamento della “agudeza” della geometria.

È un livello più alto toccato con lo scandaglio dello spazio operato con il ciclo dei movimenti di grande e piccolo formato (e qui sta maturando un lirismo nuovo che, per usare un termine musicale si potrebbe dire “allegretto scherzando”).

Ed è anche un livello pittorico più alto perché l’occupazione dello spazio tende alla lunga durata del tempo umano del dominio spaziale così sereno e costruttivo.

Giuseppe Scelfo ha come pittore un occhio assai singolare che opera a 360 gradi guardando nelle profondità dello spazio e nelle profondità dell’io con assoluta sintonia e simmetria: tanto che l’immagine serena della conquista e del dominio spaziale è anche l’evidenza di un percorso in crescita dell’io profondo da una situazione chiusa all’apertura azzurra.

Giuseppe Scelfo si è dato una cultura e una tecnica giusta per queste sue conquiste d’immagine così devianti dal corso ufficiale ma abitudinario della pittura d’oggi”.

 

Stralcio da Alfio Borghese

“…Pur di evocare spazi fantastici, Scelfo non segue le regole matematiche e crea proiezioni quando gli servono, per ottenere sempre una dilatazione dello spazio.

La sua è una pittura di oggi ed anche l’uso dell’acrilico è dovuto alla modernità della tecnica, che dà superficie compatta, variazioni tonali omogenee con esecuzione più veloce.

Con il 1989 c’è una svolta decisiva nella pittura di Scelfo; intanto l’abbandono dei temi classici, accompagnato, nella tecnica, dal passaggio dal quarzo plastico all’acrilico direttamente su tela, per riprovare il piacere della pennellata fluida, superare il legame con il murale e attraversare il “piano del quadro”.

Ora, il colloquio è diretto, la superficie non va più “schermata”, il disegno è pensato su immagini quotidiane, su assemblaggio e tracciato direttamente sulla tela.

Scelfo con i MOVIMENTI entra nel clima fantastico delle emozioni, impostando tutti i suoi giochi di colori, di linee (delle tante vite che amerebbe vivere) in piena libertà di temi e figure.

La ricerca di spazialità è legata a una ricerca sulla luce e sulle trasparenze dei nodi; le proiezioni, le intersezioni delle linee e dei piani giocano il ruolo principale.

Dai MOVIMENTI Scelfo trae infinite VARIAZIONI, che danno origine al ciclo delle PROIEZIONI: si attenuano ora i colori, aumenta la luminosità e comincia ad esplorare la sensibilità, la poesia e l’ambiguità delle trasparenze e delle intersezioni e il corpo dei lavori del 1989 vede il ritmo di superfici grandi e piccole, specie con le ultime opere che inizia ad eseguire anche ad olio”.

NaturaLmente 2008 Composizione olii su tela cm 30x30, 20x20, 10x20 Totale 80x80 Totale 70x70



...IN LAVORAZIONE...UNDER CONSTRUCTION...